Migranti ai tempi del Covid-19: appello al Comune di Trieste
Dopo la chiusura dell’unico Helpdesk a Trieste, in via Udine, causa emergenza Covid-19, non è rimasto nessuno ad aiutare i migranti sfiniti in arrivo dalla rotta balcanica. Ci siamo fatti portavoce di un appello al comune per dare il nulla osta a portare aiuti, riuscendoci (in aggiornamento).

10 marzo 2020 – Comunicato stampa, con cortese richiesta di pubblicazione e/o di diffusione.
Noi operatrici e operatori dell’Associazione “Linea d’ombra Odv (Trieste)” segnaliamo la chiusura dell’ Help center di Trieste-stazione avvenuta, a quanto si legge preso la sede di questa struttura, a causa dell’ “emergenza covid-19 in ottemperanza del DCPM del 09/03/2020”. Ora non sappiamo quali siano i motivi di tale interruzione di servizio, ma ci sembra che essa vada proprio in direzione contraria a quanto è necessario in questa fase, e cioè un’assistenza continua e ben organizzata di cui possano godere i soggetti migranti. Coloro che solitamente ne usufruiscono sono persone che arrivano da mesi (per alcuni si parla di anni) di cammino e che risultano, per forza di cose, indeboliti anche nelle difese immunitarie. Non consentire loro la possibilità di una doccia, di un riposo al caldo di una struttura, di una mensa dove rifocillarsi è cecità politica. Non aumenta certo la cosiddetta “sicurezza” ma la toglie a tutte e a tutti esponendo le persone migranti a un rischio per loro e per la nostra città.
Siamo venuti a sapere, ma le notizie sono al momento contraddittorie, che anche altrove alcune strutture stanno chiudendo e che altre sono soggette a restrizioni. Non capiamo quale logica ci sia in tutto questo. Invece di aumentare le tutele per ogni persona, cittadine/i e migranti, si cancella anche quel minimo di sostegno esistente. Le operatrici e gli operatori di “Linea d’ombra”, presenti pressoché ogni giorno in Piazza della Libertà, chiedono che vengano ripristinati al più presto i servizi essenziali, a cominciare da quelli dell’Help center di Trieste, perché anche i poteri pubblici facciano la loro parte in questa situazione resa ulteriormente difficile dal propagarsi del covid-19. Non è solo una questione di umanità, ma di una corretta gestione politica di una crisi che dura da molto tempo e che certo non può sorprenderci né trovarci impreparati.
12 marzo – Appello di Lorena Fornasir, la presidentessa di Linea d’Ombra
Linea d’Ombra ODV ai tempi del #CoronaVirus #codivi19
L’ Associazione Linea d’Ombra ODV si occupa quotidianamente di fornire aiuto ai migranti che giungono dalla rotta balcanica e che, in maggioranza, proseguono verso il nord Europa. Fino a ieri, ogni giorno, i nostri e le nostre volontarie supportati dai medici di Don Kisciotte, sono state presenti nei giardini della stazione per fornire cibo, vestiti, le preziosissime scarpe, e per curare le ferite. Da oggi, non possiamo più garantire questo aiuto. Ogni persona che viene lasciata in strada senza assistenza, viene abbandonata a sé stessa priva di ogni possibilità di soccorso. In effetti, non viene riconosciuta come persona.
Stiamo purtroppo sperimentando gli effetti delle disposizioni in materia di pandemia che finora non prevedono misure di tutela assistenziale rivolte ai più deboli, in particolare ai migranti di cui ci occupiamo. Essendo a stretto contatto con i bisogni primari di queste persone migranti che arrivano in uno stato molto precario, a volte di sfinimento, molto spesso con ferite importanti e/o altre sintomatologie (bronchiti, febbre, infezioni renali, infezioni vie urinarie, scabbia, ecc.), lanciamo l’appello affinchè non siano trascurate. Risparmiare sulle loro vite, significa esporre tutta la comunità ad un rischio maggiore
Immaginare che siano lasciate a se stesse, cioè in luridi anfratti abitati dai ratti, che siano private della possibilità di una doccia e di cambiarsi i vestiti (che noi forniamo sia a loro che ai senzatetto che ci frequentano), che non possano fruire di un letto in cui riposare, significa esporle ad un’ulteriore fragilità aumentando in modo esponenziale il rischio che contraggano ogni virus di passaggio.
Siamo molto preoccupati per il disinteresse riguardo alla salute dei migranti in transito. Riteniamo che la privazione di una adeguata misura di supporto e protezione nei loro confronti, potrebbe creare un bacino di infezioni di cui essi stessi saranno le prime vittime con ricadute inevitabili sulla comunità.
Vogliamo inoltre sottolineare che tra i migranti in transito, molti sono minorenni. Si tratta di ragazzini dai 13 ai 17 anni con il preciso mandato familiare di raggiungere i parenti in europa centrale o, comunque, richiedere asilo nei Paesi nordici dove più veloce è la procedura e dove riescono in tempi brevi a trovare lavoro per sfamare la famiglia che li ha mandati in salvezza.
Per tutti questi motivi, sollecitiamo gli organi competenti, in primis il sindaco che è l’autorità sanitaria locale al quale è delegato il potere di emanare ordinanze a favore della tutela della salute pubblica, la protezione civile ed ogni altro organismo, ad assumere provvedimenti idonei: individuare quanto prima locali presso i quali le persone senza fissa dimora possano essere accolte; provvedere a distribuire loro mascherine protettive, disinfettanti e ogni utile presidio medico sanitario, verificare le loro condizioni di salute; garantire i servizi essenziali di sopravvivenza quali mense, distribuzioni di cibo e fruizione di docce e bagni, dormitori.
Come Linea d’Ombra ODV restiamo disponibili a creare ogni ulteriore forma di collaborazione con tutti i soggetti del privato sociale per rappresentare alle istituzioni sanitarie e istituzionali il volto nascosto ed oscurato dell’emergenza che riguarda i migranti e i senzattetto (nostri fissi ospiti e beneficiari di cure).
Tutti hanno diritto a #restareincasa, soprattutto chi non ha una casa.
13 marzo 2020 – Autorizzazione concessa dal Comune di Trieste
Abbiamo superato un piccolo step. Non siamo eroi, non siamo avventati/e. Semplicemente non possiamo lasciare le persone migranti e non, nello stato di abbandono in cui versano. Ieri sera circa 50 ragazzi sono stati lasciati senza acqua cibo medicine riparo. Con oggi, abbiamo ottenuto l’autorizzazione dal Comune a recarci nella zona più rossa della stazione ad aiutare migranti e persone senza tetto.
Non è una soluzione.
È solo un piccolo primo passo.
Dopo il nostro appello, risollecitiamo le istituzioni: in primis il Sindaco, la Prefettura, la Protezione civile ad assumere i provvedimenti più idonei:
1 – individuare locali o allestire tende per le persone senza dimora
2 – distribuire loro mascherine protettive, disinfettanti
3 – verificare le loro condizioni di salute
4 – garantire i servizi essenziali quali mense, cibo, fruizione di docce e bagni
5 – garantire un posto letto per la notte e al riparo dagli agenti atmosferici