Nuove leggi regionali contro le persone in movimento? No, grazie.
La Giunta utilizza il nuovo imprevisto evento migratorio, dovuto alla guerra in Ucraina, per gestire una stretta sulle migrazioni dal Medio Oriente attraverso i Balcani, aumentando i fondi per la repressione. Ciò avviene mentre il governo centrale usa la questione ucraina per portare dall’1,4% al 2% del PIL le spese militari a scapito di sanità, scuola e altre spese sociali indispensabili in un contesto di grave crisi dell’occupazione e del reddito di sempre più vaste fasce della popolazione.

In un articolo sul Piccolo del 26 marzo, si legge che la Giunta regionale sta lavorando ad un nuovo disegno di legge il cui “primo obbiettivo è l’altolà alla clandestinità” mediante “l’incremento della dotazione finanziaria a favore delle forze dell’ordine statali […] per poter prevenire l’ingresso dei clandestini”.
Il Messaggero Veneto del 28 marzo pubblica un grafico abbastanza articolato della proposta di legge regionale sull’immigrazione, annunciata sabato dal Piccolo.
Quello che colpisce, ma non stupisce, è la chiara intenzione di riprendere i respingimenti illegali del 2020, sotto il titolo “Riammissioni in Slovenia e in Austria”. Non dimentichiamo che la Giunta aveva mal digerito il blocco dei respingimenti illegali attuati durante il 2020 per opera della magistratura nel gennaio del 2021. Adesso la giunta si permette di proporre, in un testo di legge regionale, un comportamento dichiarato illegale da un Tribunale della Repubblica, ma anche dalla legge nazionale, dalle leggi europee e internazionali sulle migrazioni!
Questo la dice lunga sull’accanimento della giunta regionale del signor Fedriga contro i migranti!
Lo scopo della legge, infatti, è “il controllo del fenomeno migratorio”. Conoscendo i proponenti, il titolo esatto della legge è “Repressione del fenomeno migratorio”. Il titolo e lo scopo della legge sono il “contrasto all’immigrazione clandestina”. Vi saranno proposte per il ‘rimpatrio’ dei migranti sotto il nome tranquillizzante di “politiche per il sostegno al rientro dei paesi di origine” e un ovvio “contrasto alla tratta degli esseri umani”: in questo caso, i migranti diventano momentaneamente esseri umani invece che, come di norma, “non persone”.
C’è poi un titolo generico che, appunto per questo, appare molto grave: “prevenzione contro la radicalizzazione”. Che vuol dire? Il senso generale è ben chiaro: repressione preventiva di ogni comportamento non gradito alle autorità. Un passo avanti locale lungo il sentiero di gestione repressiva ormai senza veli imboccato da tempo e portato avanti con determinazione dall’attuale governo centrale.
La Giunta utilizza il nuovo imprevisto evento migratorio, dovuto alla guerra in Ucraina, per gestire una stretta sulle migrazioni dal Medioriente attraverso i Balcani, aumentando i fondi per la repressione. Ciò avviene mentre il governo centrale usa la questione ucraina per portare dall’1,4% al 2% del PIL le spese militari a scapito di sanità, scuola e altre spese sociali indispensabili in un contesto di grave crisi dell’occupazione e del reddito di sempre più vaste fasce della popolazione.
Contro questa politica governativa, centrale e locale, umanamente e politicamente intollerabile, Linea d’Ombra ribadisce il suo impegno di quotidiana costruzione di solidarietà.
